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Un caso di xantomatosi cutanea in un gatto

Autori:

Chiara Noli

Introduzione del caso clinico:

Gli xantomi (o xantogranulomi) sono lesioni nodulari, singole o multiple, descritte nei gatti, e più raramente nei cani. Le lesioni sono clinicamente asintomatiche e caratterizzate da lesioni nodulari cutanee, istologicamente rappresentate da macrofagi e cellule multinucleate con accumulo di laghi di colesterolo e materiale chiaro extracellulare. Patologie metaboliche quali iperlipidemia, diabete mellito o diete ricche di colesterolo causano la formazione di xantomi multipli. La presenza di xantomi solitari è spesso idiopatica.

Caso clinico:

Un gatto comune europeo a pelo corto maschio castrato di 15 mesi di età e 8 kg di peso viene conferito per prurito e lesioni alle zampe posteriori, alla testa e all’addome. Il soggetto è sotto trattamento da un mese, senza successo, con fipronil spot on 1 volta, lozione cortisonica/antibiotica/antifungina localmente quotidianamente, cefadroxil 20 mg/kg bid per 15 giorni e deltacortene 5mg die, poi a scalare per 8 gg. Da due settimane è sotto dieta ipoallergenica commerciale a base di agnello e riso. All’esame clinico si riscontrano papule, ulcere e croste sul muso e sulle orecchie (fig. 1); ulcerazioni tarsali (fig. 2) ed intorno ai cuscinetti digitali (fig. 3); piccole papule bianco-rosate sono presenti sulla cute addominale (fig. 4). Le diagnosi differenziali comprendono: ipersensibilità alla puntura di insetti, infezioni virali (herpesvirus, calicivirus), granuloma eosinofilico, allergia alimentare, dermatite atopica, xantomatosi, neoplasie.

Accertamenti diagnostici clinico:

Un esame citologico per apposizione da una lesione ulcerata ha dato un quadro flogistico costituito da granulociti neutrofili e batteri coccacei intracellulari (fig. 5). Non si sono osservati granulociti eosinofili. L’esito dell’esame citologico è compatibile con una piodermite, probabilmente complicante. Per eliminare l’infezione batterica il soggetto viene sottoposto a terapia antibiotica (cefalessina 25mg/kg due volte al dì), dopo due settimane le lesioni sono inalterate per estensione, mentre è scomparsa l’infezione batterica (non vi sono più croste). Si procede alla biopsia cutanea ed all’esame istologico (fig. 6 e 7). Nel derma si osservano lacune ripiene di materiale rosaceo, circondate da macrofagi con ampio citoplasma vacuolizzato (macrofagi schiumosi). I reperti istologici sono compatibili con la diagnosi di xantomatosi, una malattia metabolica caratterizzata dalla deposizione di lipidi nei tessuti, dovuta ad iperlipidemia. L’iperplipidemia nel gatto può avere origine idiopatica/ereditaria (iperchilomicronemia idiopatica, carenza idiopatica di lipoproteina) o acquisita (diabete mellito, iperadrenocorticismo spontaneo o iatrogeno, insufficienza epatica/colestasi, sindrome nefrosica). L’esame ematochimico e delle urine rileva colesterolemia 870 mg/dl (v.n. 70-130), tricliceridemia 1513 mg/dl (v.n. 40-100), test dei chilomicroni positivo. Per l’assenza di glicemia elevata e di glicosuria si è escluso il diabete. Per l’assenza di alterazione degli enzimi epatici si sono escluse le malattie epatiche. Il rapporto cortisolo/creatinina urinario normale ha permesso di escludere la sindrome di Cushing. Per valori normali di albumina, creatinina, urea, fosforo e per gli esami delle urine nella norma si è esclusa la sindrome nefrosica. Avendo escluso tutte le forme acquisite di iperlipidemia, e per la giovane età del gatto, si è emessa la diagnosi di iperchilomicronemia idiopatica felina, una condizione congenita non frequente del gatto.

Evoluzione clinica:

Si è prescritta dieta ipocalorica e ipolipidica (r/d Hill’s) in modo esclusivo. Dopo 7 mesi di alimentazione esclusivamente con r/d Hill’s il gatto è dimagrito di soli 2 kg. Le lesioni sono andate in completa remissione (fig. 8, 9 e 10). I valori dei lipidi ematici sono notevolmente migliorati.

Conclusioni:

La xantomatosi cutanea è caratterizzata dalla comparsa di lesioni papulo-nodulari cutanee in soggetti con anormalità del metabolismo lipidico. Questa condizione è stata descritta in gatti con iperlipoproteinemia ereditaria ed in cani e gatti con diabete mellito, indotto da megestrolo acetato o alimentati con cibi ad alto contenuto di grassi. I segni clinici osservabili consistono in papule, placche e noduli giallo-biancastri spesso ulcerati. Le lesioni sono solitamente pruriginose, più raramente dolenti e sono circondate da un alone eritematoso. Esse sono localizzate alla testa, alle estremità distali, in particolare sulle dita ed in corrispondenza delle prominenze ossee. Le principali diagnosi differenziali sono rappresentate dalla dermatite miliare, dal granuloma eosinofilico, dalla calcinosi cutanea e dal mastocitoma multicentrico. La diagnosi definitiva è confermata dalla presenza del quadro istologico caratteristico in soggetti con ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia. Il trattamento di questa condizione consiste nel controllo della causa che induce l’anormalità del metabolismo lipidico. Nei soggetti con diabete mellito indotto da megestrolo acetato, la sospensione del farmaco è seguita da progressiva scomparsa delle lesioni. In gatti con iperlipoproteinemia ereditaria, la somministrazione di diete a basso contenuto di grassi ha indotto la scomparsa delle lesioni in un mese.

Bibliografia:

Maxie et al. Jubb Kennedy and Palmer’ s Pathology of Domestic Animals, Elsevier-Saunders, 2007.

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