Ulcera indolente in un gatto
Alessandro Corona
L’ulcera indolente è nel gatto, assieme al granuloma collagenolitico ed alla placca eosinofilica, una delle manifestazioni cliniche delle malattie comprese nel “complesso del granuloma eosinofilico”. Si presenta come lesione ben circoscritta, ulcerata, brillante, a bordi leggermente rilevati e con necrosi centrale, localizzata mono- o bilateralmente sul labbro superiore. L’aggettivo indolente è dovuto al fatto che, generalmente, la lesione non è né dolorosa né pruriginosa.
Il caso clinico si riferisce ad un gatto comune europeo di 11 anni, femmina sterilizzata portata alla visita clinica per la comparsa di una lesione ulcerativa sul labbro superiore destro. La proprietaria riferisce che il gatto, nell’ultimo periodo, manifestava anche un’eccessiva attività di toelettatura. Il soggetto convive con un cane, è alimentato con diete commerciali e carne cruda, dorme in casa ma ha accesso al giardino durante le ore diurne. Alla visita clinica si rileva la presenza di un’ulcera a margini netti di circa 1cm di diametro, con centro necrotico giallastro, sul labbro destro in corrispondenza del canino (figura 1). Ad un attento esame del mantello si evidenziarono abbondanti feci di pulci e assenza di lesioni della cute. Anche se il quadro clinico è suggestivo, per tipologia e localizzazione, di ulcera indolente si opta per l’effettuazione di un prelievo bioptico. Una delle diagnosi differenziali dell’ulcera indolente è il carcinoma squamoso e la proprietaria riferisce che alla madre della gatta era stato diagnosticato in precedenza un carcinoma squamoso.
L’esame istologico esclude che possa trattarsi di un carcinoma squamoso e rileva, a conferma del sospetto clinico, una profonda ulcera a margini netti (figura 2). L’epidermide ai confini della lesione presenta una marcata iperplasia di tipo pseudoepiteliomatoso (aspetto tipico dei margini delle ulcere) (figura 3), senza caratteri di malignità dei singoli cheratinociti. Il letto dell’ulcera è costituito da tessuto di granulazione con aspetti di angiogenesi e fibroplasia. Nell’infiltrato infiammatorio sono rappresentati linfociti, mastociti (figura 4), neutrofili e, focalmente, eosinofili (figura 5). La diagnosi morfologica è di lesione cutanea ulcerativa compatibile clinicamente con ulcera indolente.
Viene instaurata una terapia antibiotica con amoxicillina-acido clavulanico alla dose di 15 mg/kg BID per 3 settimane, associata a rigido controllo dell’infestazione da pulci tramite applicazione di uno spray a base di fipronil ogni 15 gg per 1 mese, e, successivamente ad una frequenza trisettimanale. La visita di controllo, dopo circa 20 gg consente di rilevare un notevole miglioramento della lesione ed una sostanziale riduzione del prurito. Si proseguono ancora per una settimana la terapia antibiotica, e, ad oltranza, il controllo delle pulci. A 3 mesi, la lesione risulta completamente regredita (figura 6).
L’ulcera indolente si manifesta in gatti di ogni età, con incidenza maggiore nelle femmine, e non è segnalata alcuna predilezione di razza. La sua eziologia potrebbe essere primariamente traumatica, indotta dal canino in corrispondenza del quale spesso insorge, o per l’azione del continuo leccamento (la lesione è spesso rilevabile in associazione ad allergie come quella al morso della pulce, a trofoallergeni o aeroallergeni). La marcata fibroplasia con formazione di tessuto di granulazione potrebbe essere considerata esito di stimoli cronici e di una particolare suscettibilità alla proliferazione fibroblastica da parte della mucosa rispetto alla cute. Per quanto riguarda la terapia, le ulcere indolenti rispondono in genere con successo ad una terapia sintomatica antibiotica. Non necessariamente la risposta alla terapia antibiotica giustifica una causa batterica, molti antibiotici svolgono infatti anche attività antinfiammatoria.
Song M.D. Diagnosis and treating feline eosinophilic granuloma complex. Veterinary Medicine, 89 : 1141-51, 1994. Noli C., Scarampella F. Malattie idiopatiche. In: Dermatologia del cane e del gatto. Poletto Editore, I edizione, 2002. Tieghi C. Complesso granuloma eosinofilico: realtà, controversie, diagnosi e terapia. Veterinaria 4: 71-79, 1995.