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Granuloma eosinofilico del gatto

Autori:

Lungonelli Patrizia

Introduzione del caso clinico:

Con la definizione “complesso del granuloma eosinofilico” si include una serie di lesioni infiammatorie del gatto a diversa manifestazione clinica e localizzazione. Le sedi colpite sono la cute, le giunzioni mucocutanee e il cavo orale. La sua eziopatogenesi è complessa ed ancora non del tutto chiarita, si considera comunque ancora una manifestazione d’ipersensibilità che può esitare in quadri morfo-reattivi diversi (placca, ulcera, granuloma). L’allergia alimentare, inalatoria o alle pulci e la dermatite atopica sono le malattie che si osservano più frequentemente.

Caso clinico:

Metz è un gatto comune europeo, maschio, castrato, di 8 anni. Alla visita clinica si presenta per leggero abbattimento, disoressia, notevole alitosi, difficoltà alla masticazione (in particolare con alimenti secchi), vomito sporadico con presenza di frammenti grossolani di cibo. Il proprietario riferisce che dopo il riposo notturno ha occasionalmente riscontrato la presenza di piccoli aloni di colore marrone sul cuscino su cui il gatto dorme. L’esplorazione del cavo orale, evidenzia sulla lingua una lesione a placca estesa, rilevata, del diametro di circa 2 cm, d’aspetto ipertrofico-ulcerativo. La lesione a partenza dal margine laterale del corpo della lingua, si estende ventralmente verso il frenulo. A pochi mm di distanza dalla placca principale è inoltre presente un altro piccolo nodulo d’aspetto bottonuto (figura 1 e 2). Il gatto non presenta alterazioni a carico di cute e mantello.

Accertamenti diagnostici clinico: Viene subito effettuato un esame citologico della placca principale mediante cotton fioc. Il preparato, colorato con Diff Quick®, mette in evidenza cellule epiteliali cheratinizzate e numerosi granulociti neutrofili degenerati con batteri coccacei intracitoplasmatici. Si decide per un trattamento antibiotico per via parenterale con acido clavulanico e amoxicillina (7 mg amoxicillina + 1,75 mg di acido clavulanico/Kg, SID) per 6 giorni al fine di controllare l’ infezione batterica. Trascorso questo periodo il gatto viene riportato alla visita, la placca è ancora presente e delle stesse dimensioni. Si procede quindi, in anestesia generale, ad un esame citologico per FNA e ad un esame istologico con biopsie multiple. L’ FNA mette in evidenza un’infiammazione cronico-settica con presenza di granulociti neutrofili ipersegmentati con batteri coccacei intracitoplasmatici, eosinofili, mastociti e scarse cellule epiteliali di superficie. In attesa della risposta dal laboratorio di istopatologia il gatto viene sottoposto ad una nuova terapia antibiotica per os con spiramicina/metronidazolo cpr (375UI/60mg/Kg/die) per sette giorni. L’ esame istopatologico rileva un’estesa area di flogosi interstiziale e diffusa, sia superficiale che profonda, iperplasia irregolare della mucosa ed ulcerazione (figura 3,4). L’infiltrato infiammatorio è costituito prevalentemente da eosinofili, rari neutrofili, mastociti spesso degranulati, plasmacellule e macrofagi (figura 5). Nel contesto dell’infiltrato sono presenti aree multifocali di materiale amorfo granulare intensamente eosinofilico riferibile a degranulazione degli eosinofili (quelle che un tempo venivano definite aree di collagenolisi) (figura 6). I focolai di materiale amorfo sono spesso sede di una reazione granulomatosa e appaiono circondati da cellule giganti multinucleate (figura 7). Ulteriori esami comprendono un test rapido FELV/FIV che risulta positivo per FIV ed un esame emocromocitometrico che mostra una formula leucocitaria nella norma, in particolare non è presente eosinofilia.
Evoluzione clinica:

Al successivo controllo, nonostante un evidente miglioramento, la placca è sempre visibile e in base al referto istopatologico viene intrapresa una terapia specifica con prednisone ad un basso dosaggio (1mg/Kg SID per os) per 15 gg. Dopo 2 settimane di trattamento cortisonico la lesione si riduce notevolmente (figura 8) e il gatto nel frattempo riprende ad alimentarsi. Al fine di evitare recidive e/o limitare l’uso di cortisone (gatto FIV positivo), si prescrive una terapia per 8 settimane con Palmidrol DCI co-micronizzato in forma di gel a 25mg/die/5kg. Alla visita di controllo dopo 2 mesi si evidenza una recidiva e l’animale presenta di nuovo dolore alla masticazione. Si opta, così, per un nuovo ciclo con PLR 120 ma ad un dosaggio doppio, (50mg/die/5kg), per 50 giorni, seguendo le indicazioni di alcuni studi sull’ efficacia del Palmidrol co-micronizzato nella terapia del granuloma eosinofilico del gatto. Si propone inoltre una dieta ad eliminazione da affiancare alla terapia medica, ma la convivenza del gatto con altri due soggetti e la vita semilibera, rendono impossibile un controllo qualitativo dell’alimento. Al successivo controllo dopo due mesi, la lesione sulla lingua è ancora presente ma di dimensioni ridotte, il gatto non manifesta alcun tipo di sintomatologia e si alimenta normalmente.

Conclusioni:

L’esame citologico effettuato nel cavo orale tramite tampone o apposizione risulta quasi sempre di scarso ausilio diagnostico. Il materiale raccolto dalla superficie (sia intatta sia ulcerata) è spesso rappresentato da cheratinociti ben differenziati e da cellule infiammatorie rappresentative di un processo infiammatorio ad eziologia batterica spesso insorto solo secondariamente. La terapia antibiotica ha il modo di ridurre la carica microbica portando o alla risoluzione completa della lesione (flogosi primarie) o alla riduzione degli aspetti flogistici secondari consentendo l’identificazione delle cause primarie. Nel caso di Metz l’infezione batterica rilevata alla prima lettura citologica ha indotto alla scelta della terapia antibiotica ai fini dell’effettuazione di una biopsia cutanea. Già dopo la prima terapia antibiotica il preparato citologico ha consentito la visualizzazione di una cospicua componente eosinofilica indirizzando la diagnosi verso una malattia flogistica piuttosto che neoplastica, in seguito confermata dall’esame istopatologico. Il secondo ciclo di trattamento antibiotico, in seguito alla biopsia, è stato effettuato con un’associazione di antibiotici per os con specificità d’azione per il cavo orale (spiramicina/metronidazolo). L’utilizzo della terapia cortisonica, quando non è possibile risalire alla causa primaria dell’ EGC, induce la momentanea remissione dei sintomi e loro ricomparsa dopo breve tempo. Il PLR120 utilizzato come antinfiammatorio per limitare l’uso del cortisone, riduce l’iperalgesia e inibisce la degranulazione dei mastociti senza influire sul loro numero, al contrario dei cortisonici che inducono una diminuzione del loro numero con conseguente alterazione degli equilibri omeostatici dei tessuti periferici. Poiché questo tipo di malattia richiede lunghi periodi di terapia e controlli distanziati nel tempo, riteniamo opportuno lasciare il caso di Metz “aperto” agli eventuali aggiornamenti clinici.

Bibliografia:

Mason K., Burton G. Il complesso del granuloma eosinofilico. Da Guida Pratica di dermatologia Felinà, Guaguère E., Prélaud P., cap.12, 1999, Merial. Scarampella F., Abramo F., Noli C. Valutazione clinica ed istologica del PLR120 Palmidrol DCI, co-micronizzato nei gatti con granuloma eosinofilico e placca eosinofilica: studio pilota. Veterinary Dermatology 1999. Scott DW., Miller WH., Griffin CE.: Small Animal Dermatology, WB Saunders, Philadelphia, 2001, pp. 1148-1153. Tieghi C.: Complesso granuloma eosinofilico:realtà controversie, diagnosi e terapia. Veterinaria 1995, 4: 71-79.

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