Follicolite murale linfocitaria in un gatto
Giovanni Ghibaudo
Vercelli Antonella
La follicolite murale linfocitaria del gatto non è una malattia ma piuttosto una presentazione istologica dall’eziopatogenesi ancora poco conosciuta. Il quadro clinico si caratterizza per un’alopecia da multifocale a diffusa con desquamazione, eritema e prurito d’intensità variabile. Viene descritto un caso di follicolite murale linfocitaria in un gatto con caratteristiche cliniche e istopatologiche simili a quelle descritte nei rari casi riportati in letteratura.
Un gatto, persiano maschio di 7 anni di età viene sottoposto a visita clinica per un problema dermatologico insorto da circa 1 mese. All’ esame clinico si rileva la presenza di un’alopecia generalizzata con marcata desquamazione e lesioni crostose giallo-brunastre (figura 1,2,3). Le lesioni sono evidenti su tutto il tronco e il muso e sembrano risparmiare solo le estremità distali degli arti Il gatto presenta un prurito discreto e una lieve linfoadenomegalia periferica. Per il resto il soggetto è in buone condizioni cliniche generali. Tra le diagnosi differenziali vengono prese in considerazione dermatofitosi, reazione da farmaco, linfoma epiteliotropo, demodicosi, sindromi paraneoplastiche, pseudopelade.
Vengono effettuati tutti gli esami di base dermatologici. Il raschiato cutaneo è negativo per la ricerca di ectoparassiti, l’esame tricologico mostra la presenza di manicotti cheratinici, lo scotch-test, la lampada di Wood e l’esame colturale in terreno DTM/Sabouraud risultano negativi. L’esame citologico per apposizione dalle croste .mette in evidenza una flogosi mista caratterizzata dalla presenza di neutrofili, eosinofili e batteri coccacei intracitoplasmatici suggestivi di infezione (primaria o secondaria). Per escludere la possibilità di eventuali sindromi paraneoplastiche (es: dermatite esfoliativa associta a timoma) vengono eseguite radiografie del torace in proiezione latero-laterale e dorso-ventrale per la ricerca di masse mediastiniche e un’esame ecografico addominale. Entrambe le indagini non mostrano evidenza di masse in cavità. Esami ematologici di base risultano nella norma, lo stato virale (FIV-FeLV) è negativo. Dopo 1 mese di antibiotico-terapia (marbofloxacina 2 mg/kg PO SID) per la cura della piodermite secondaria, considerato che le lesioni sono stazionarie, vengono effettuate biopsie cutanee da sedi multiple. L’esame istopatologico rivela un’epidermide iperplastica pigmentata con lieve cheratosi ortocheratosica, focalmente compatta, aree focali di spongiosi e la presenza di una pustola intraepidermica ad impronta granulocitaria con numerosi eosinofili. L’infiltrato dermico è modesto, prevalentemente costituito da piccoli linfociti e per lo piu’ focalizzato attorno alle unità follicolo-sebacee. La lesione piu’ significativa è rappresentata da una follicolite murale linfocitaria, focalmente granulocitaria, associata a quadri di pseudoadenite sebacea secondaria (figura 4,5,6).
Putroppo, dopo circa una settimana dalla diagnosi istologica di follicolite murale linfocitaria il gatto è vittima di un incidente stradale e viene pertanto perso per il follow up.
Anche se la patogenesi della follicolite linfocitaria del gatto è a tuttoggi sconosciuta la letteratura scientifica considera probabile che il questo quadro istopatologico possa costituire un pattern infiammatorio comune a diverse malattie: linfoma epiteliotropo iniziale, reazione da farmaco, adenite sebacea, dermatofitosi, demodicosi, pseudopelade, infezione da FIV (virus dell’immunodeficienza felina) e persino allergia alimentare. Forme idiopatiche di follicolite murale sono state descritte in cani adulti e anziani. La prognosi dipende dalla gravità del quadro clinico e delle lesioni istopatologiche. Purtroppo nel caso segnalato il soggetto è stato perso al follow up e non è stato nemmeno possibile intraprendere una terapia in seguito alla refertazione istologica. In letteratura è suggerita terapia con cortisonici e/o retinoidi. Una valida alternativa può essere la ciclosporina.
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