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Alopecia x in un volpino italiano

Autori:

Olivieri Lara

Introduzione del caso clinico:

L’alopecia X è una malattia dermatologica che mostra una spiccata predisposizione razziale per le razze nordiche quali Siberian Husky, Halaskan Malamute e Samoiedo, ma che puo’ manifestarsi anche nel Volpino di Pomerania o Italiano, Chow-Chow e Barboncino. Il termine utilizzato indica che i meccanismi patogenetici alla base di questa malattia non sono stati ancora chiariti, anche se le teorie elaborate più recentemente attribuiscono un ruolo eziopatogenetico chiave a squilibri degli ormoni sessuali, in particolare degli estrogeni, con ripercussioni sul ciclo follicolare. La malattia colpisce soprattutto i cani maschi interi, giovani adulti (tra 2-6 anni) ed è caratterizzata clinicamente dalla perdita dei peli primari, che conferisce al mantello un aspetto lanuginoso, da cucciolo. Successivamente si osserva alopecia che, nelle fasi iniziali interessa le zone maggiormente sottoposte a frizione (collo, superficie posteriore delle coscie, coda), ma con il progredire della malattia tende ad estendersi al resto del corpo, risparmiando solo la testa e le estremità distali degli arti. La cute alopecica è iperpigmentata, sono presenti comedoni e talvolta uno stato cherato-seborroico; in alcuni casi sono state osservate otiti esterne ceruminose bilaterali o sindromi femminilizzanti concomitanti.

Caso clinico:

Un volpino italiano, maschio intero di 6 anni, è stato condotto alla visita dermatologica per una dermatosi non pruriginosa cronica-evolutiva, iniziata alcuni anni prima e caratterizzata da ipotricosi/alopecia della parte posteriore delle cosce e della coda. Il cane è stato regolarmente vaccinato e sottoposto a profilassi antiparassitaria; vive in una casa con giardino e riceve un’alimentazione casalinga mista. L’anamnesi patologica remota non riporta episodi antecedenti di malattia e l’esame obiettivo generale non evidenzia anormalità. L’esame fisico dermatologico mette in rilievo la presenza di un mantello opaco e lanoso a livello del tronco, dove sembrano mancare i peli primari, mentre il pelo della testa e delle estremità distali degli arti è normalmente soffice e lucente (figura 1,2). La cute appare iperpigmentata e secca (figura 3). Le principali diagnosi differenziali per questo caso includono: le endocrinopatie, la alopecia post-tosatura, l’effluvio telogeno, le displasie follicolari, la demodicosi e la dermatofitosi

Accertamenti diagnostici clinico:

Come primo approccio sono stati eseguiti dei raschiati cutanei e l’esame con Lampada di Wood, entrambi con esito negativo; l’esame tricoscopico ha rilevato una maggioranza di peli in fase telogena e l’assenza di spore fungine. Allo scopo di escludere definitivamente una dermatofitosi è stato effettuato un esame colturale su terreno DTM/Sabouraud con esito negativo. Il paziente è stato sottoposto ad esame emocromocitometrico, biochimico e delle urine, senza riscontrare alterazioni significative. Sono state quindi esplorate la funzionalità tiroidea (T4 e TSH)e surrenalica (cortisolemia pre e post stimolazione con ACTH), i cui risultati erano nei valori di riferimento. All’esame ecografico dell’addome, le ghiandole surrenali sono apparse normali. Questi dati, associati alle condizioni cliniche soddisfacenti del paziente, hanno consentito di escludere sia l’ipotiroidismo, sia la sindrome di Cushing. L’’ecografia testicolare ha escluso la presenza di tumori in questa sede. In ultima analisi sono state effettuate biopsie cutanee a livello del tronco e delle cosce, mediante punch da 8 mm. All’esame istopatologico è emerso un quadro suggestivo di Alopecia X, contraddistinto da epidermide di spessore rispettato con cheratosi di tipo ortocheratosico, assenza di infiltrato infiammatorio nel derma, nonché follicoli piliferi con arresto della crescita in fase catagen. L’ eccessiva cheratinizzazione di tipo tricolemmale con spicole di cheratina toccanti la membrana vitrea conferivano alle strutture il caratteristico aspetto di follicoli “a fiamma”(figura 4, 5). Sulla base di tali reperti è stata emessa una diagnosi di Alopecia X.

Evoluzione clinica:

In ragione delle buone condizioni cliniche del paziente, è stato valutato il rapporto rischio-beneficio di un possibile trattamento con mitotane o trilostano: il primo causa una necrosi selettiva delle zone fascicolata e reticolare della corteccia surrenale e possiede importanti effetti citotossici; il secondo agisce come inibitore reversibile della steroidogenesi. Ma il proprietario ha optato per l’effettuazione di un protocollo terapeutico alternativo, caratterizzato da minori costi ed effetti collaterali. Rifiutata la castrazione dell’animale (efficace in numerosi casi), è stata attuata una terapia esclusivamente medica, costituita dalla somministrazione di melatonina alla dose di 6mg BID per i primi tre mesi, 6mg SID per altri tre mesi ed infine 6mg con frequenza bisettimanale come terapia di mantenimento. E’ stato applicato settimanalmente uno shampoo alla clorexidina 4%, antibatterico attivo anche contro i lieviti, allo scopo di prevenire lo sviluppo di infezioni secondarie; sono stati inoltre somministrati quotidianamente, per via orale, acidi grassi essenziali, omega 3 e omega 6, per favorire il mantenimento dell’integrità del film idrolipidico di superficie e di uno stato di idratazione ottimale, favorendo in questo modo la qualità del mantello. A distanza di 6 mesi i risultati della terapia sono stati molto soddisfacenti, con la completa ricrescita di un mantello folto, morbido e lucente (figura 6,7).

Conclusioni:

L’alopecia X è solamente un disturbo estetico, poiché non si accompagna a sintomi sistemici. Sono segnalate anche guarigioni spontanee, quindi la semplice sorveglianza potrebbe essere un’opzione da considerare. Tuttavia, nel tempo, sono stati proposti per questa condizione patologica numerosi trattamenti medici (come il mitotane ed il trilostano) e chirurgici, alcuni dei quali però inducono importanti effetti collaterali sistemici. La castrazione fornisce risultati in alcuni casi, ma le ricadute sono possibili. Recentemente è stato proposto l’uso della melatonina, che ha effetti promettenti nelle malattie alopeciche del cane, senza che il suo meccanismo d’azione sia completamente chiarito. In ogni caso, la diagnosi è fondata sull’esclusione delle altre cause di alopecia non infiammatoria; mentre l’esame istopatologico è utile per confermare la malattia per il caratteristico aspetto a “fiamma” dei follicoli. La prognosi è riservata sul piano dermatologico, poiché non è possibile garantire il successo del trattamento.

Bibliografia:

1-Paradis M. Melatonin in canine alopecias. 4th WCVD 2000:52-9. 2-Lloyd DH, Cerundolo R. Alopecia X in dogs, Vet. Rec. 2001 13;148(2):60. 3-Cerundolo R. et al. Treatment of canine Alopecia X with trilostane, Vet Dermatol. 2004; 15(5):285-93.

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