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Alopecia da diluizione del colore in uno Yorkshire Terrier

Autori:

Olivieri Lara

Introduzione del caso clinico:

L’alopecia da diluizione del colore è una malattia congenita, trasmessa geneticamente, dovuta ad un difetto nel trasferimento della melanina dai melanociti ai cheratinociti e ad alterazioni dello stoccaggio all’interno di questi. La malattia è caratterizzata dalla formazione di grossi accumuli di pigmento, definiti come macromelanosomi, nella corticale del pelo, nel contesto della parete e del bulbo del follicolo pilifero e nello strato basale dell’epidermide. Il pelo puo’ essere deformato dalla presenza dei macromelanosomi e andare incontro facilmente a rottura, predisponendo il soggetto ad alopecia e a follicoliti ricorrenti.

Caso clinico:

Birillo è uno yorkshire maschio intero, di 6 anni, in ottime condizioni generali di salute, che presenta, fin dall’età di 6-8 mesi circa, il mantello diradato a livello del dorso. L’ipotricosi si è progressivamente estesa negli anni, su tutto il tronco ed il collo, fino alla base delle orecchie. Inoltre, si segnala, per il passato, la presenza di follicoliti localizzate sul dorso, trattate, in modo discontinuo, con cicli di antibiotici per via orale. L’ esame dermatologico evidenzia che sono presenti solo i peli fulvi, mentre mancano quelli grigi e che solo la testa e le estremità sono risparmiate dall’alopecia. Il prurito è assente, la cute si presenta leggermente secca e desquamata, ma non vi sono, al momento, segni di infiammazione (figura 1 e 2).

Accertamenti diagnostici clinico:

L’esame con lampada di Wood è negativo, l’ esame tricoscopico dei peli prelevati dal tronco mostra una prevalenza di radici in telogen; i raschiati cutanei non evidenziano la presenza di parassiti; l’esame colturale del pelo su terreno DTM-Sabouraud risulta negativo. Si decide di effettuare una biopsia cutanea, prelevando 2 campioni dalla cute del tronco. Vengono anche effettuati esami ematobiochimici completi, che non svelano alcuna alterazione. L’esame istopatologico consente di rilevare, già a piccolo ingrandimento, che la lesione non è di tipo infiammatorio e che il target della patologia sono i follicoli piliferi (figura 3). L’epidermide mantiene uno spessore normale e si evidenzia solo una modesta cheratosi del tipo ortocheratosica “a canestro”. I follicoli sono per la maggior parte in arresto di crescita (fase telogena), ma sono ancora presenti rari bulbi in attività (fase anagena) nel derma profondo (figura 3). Nello spessore della parete follicolare (figura 4), nella matrice bulbare (figura 5), nel lume infundibolare e nei fusti piliferi (figura 6) sono presenti aggregati di dimensioni variabili di melanosomi (macromelanosomi). Anche nello strato basale i melanociti spiccano per il loro elevato contenuto in melanina (figura 7). Localmente, attorno alla base di alcuni follicoli piliferi sono presenti melanofagi, indice di incontinenza pigmentaria perifollicolare (figura 8).

Evoluzione clinica:

La prognosi è riservata sul piano dermatologico ed il trattamento non è specifico, ma soltanto sintomatico. Si decide di trattare Birillo con acidi grassi essenziali, per mantenere il film idrolipidico di superficie, e con uno shampoo settimanale a base di benzoile perossido, allo scopo di ripulire i follicoli piliferi dai detriti cheratoseborroici, prevenendo possibili infezioni batteriche. A distanza di un mese, la cute non appare più secca e desquamata e non vi sono segni di follicolite. Il trattamento viene proseguito almeno fino al seguente controllo, previsto dopo un mese.

Conclusioni:

L’alopecia da diluizione del colore è una genodermatosi frequente in alcune razze canine. Colpisce le razze a mantello blu, fulvo e fulvo diluito: Dobermann, Pinscher, Bassotti, Chihuahua, Yorkshire terrier, Levrieri, ecc, ed è confinata esclusivamente alle zone nere. L’eziopatogenesi non è ancora ben chiarita, tuttavia è legata ad un malfunzionamento primitivo del follicolo pilifero. I sintomi sono esclusivamente cutanei e compaiono precocemente: ipotricosi progressiva, che normalmente non coinvolge la testa e gli arti, talvolta associata ad uno stato squamoso e a follicolite batterica. La condizione in sé non è pruriginosa, salvo complicazioni batteriche. Le principali diagnosi differenziali includono: la demodicosi, la dermatofitosi, le disendocrinie, l’alopecia X, le altre displasie follicolari.

Bibliografia:

Kim JH, Kang KI, Sohn, HJ, Woo GH, Jean YH, Hwang EK. Color dilution alopecia in dogs. Journal Veterinary Science, 2005 6: 259-61. Noli C., Scarampella F.: Dermatologia del cane e del gatto 1ed. 2002, Poletto Editore.

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