Alopecia ciclica dei fianchi in un cane di razza boxer
Nepi Samuele
Fornari Vanna
L’alopecia ciclica dei fianchi, o displasia follicolare ciclica, è una malattia dermatologica di frequente riscontro nei cani di razza boxer. Può colpire sia maschi che femmine e si manifesta in età adulta. Clinicamente si osservano aree di alopecia a carta geografica, spesso a insorgenza bilaterale e simmetrica, nella regione del fianco, con cute iperpigmentata.
Il caso si riferisce ad un cane di razza boxer, femmina sterilizzata, di 7 anni. Il soggetto è stato condotto alla visita nella tarda primavera del 2005 a causa di una alopecia non pruriginosa a livello dei fianchi con progressivo aumento delle aree colpite nell’ arco di due mesi. Non sono state segnalate precedenti patologie dermatologiche. All’esame obiettivo generale il soggetto si presenta in buone condizioni di salute. All’esame dermatologico si apprezzano due aree alopeciche di forma irregolare con aspetto a carta geografica e con distribuzione simmetrica al fianco sinistro e destro. La cute coinvolta dal processo alopecico non presenta lesioni primarie, è di spessore ed elasticità normale e iperpigmentata. Le aree si estendono per una lunghezza di 20 cm circa (fig. 1, 2, 3)
All’esame microscopico del pelo la morfologia appariva normale con i bulbi piliferi esclusivamente in fase telogenica; i raschiati cutanei, sia il superficiale che il profondo, sono risultati negativi per la presenza di acari; mediante scotch test si notava la presenza di sole cellule cheratinizzate; l’esame con la lampada di Wood ha dato esito negativo. E’ stato successivamente eseguito un esame colturale fungino con DTM, con il quale è stata esclusa una dermatofitosi, mentre l’ esame citologico effettuato per scarificazione rilevava la presenza di squame cornee. In base a segnalamento, anamnesi, esame clinico e accertamenti diagnostici è stata emessa diagnosi di alopecia ciclica dei fianchi. Per conferma si è proceduto all’esecuzione di un esame bioptico con punch di 8 mm. L’esame istopatologico ha rilevato una modesta cheratosi di tipo ortocheratosica “a canestro” su di un epidermide di spessore rispettato (figura 4). Nel citoplasma dei cheratinociti di tutti gli strati epidermici era presente una quantità rilevante di granuli di melanina (figura 5). Nel derma non era presente alcun tipo di infiltrato infiammatorio. Alterazioni di tipo displasico sono state riscontrate a carico delle unità follicolo-sebacee. Tutti i follicoli piliferi presenti nella porzione superficiale-media del derma erano in fase telegenica con infundibuli dilatati e marcatamente cheratosici. La cheratosi era a acarico sia dei follicoli primari che secondari e per tale motivo alcune unità follicolari assumevano un aspetto a “piede di strega” (figura 6). Nel derma profondo e pannicolo sono stati riscontrati numerosi bulbi anageni (figura 7). L’esame istopatologico ha confermato il sospetto clinico di alopecia ciclica dei fianchi, la presenza di follicoli in fase anagena nella porzione profonda del derma è stata considerata come indice di futura ricrescita del pelo.
Il soggetto è stato posto sotto terapia con melatonina, 5 mg come dose totale BID. Il follow-up a 5 mesi di distanza (autunno) ha evidenziato una ricrescita completa del pelo (fig. 8, 9), a distanza di 8 mesi non si sono verificate ricadute.
L’ alopecia ciclica dei fianchi, la cui causa non è stata ancora chiarita, presenta una marcata predisposizione razziale; tra le razze più colpite sono segnalati boxer, airdale terrier, schnauzer, bulldog inglese, bull mastiff, labrador, pointer, dobermann, rottweiler. Le alopecie insorgono in inverno o primavera e tendono a regredire spontaneamente nel periodo autunnale per poi ricomparire o annualmente o ad anni alterni, anche se possono diventare permanenti con il passare del tempo. La manifestazione delle lesioni in particolari periodi dell’anno suggerisce che nell’induzione di questa patologia influisca la durata delle ore di luce giornaliere. La terapia si basa attualmente sull’impiego della melatonina, con risultati ancora incerti; l’utilizzo della melatonina sembra essere comunque più utile per prevenire le recidive che per combattere il sintomo una volta insorto. Nel caso descritto la presenza di bulbi anageni faceva comunque ipotizzare una prossima ricrescita del pelo non è possibile quindi accertare se la guarigione sia stata spontanea o dovuta al trattamento. L’esecuzione di una biopsia cutanea ha quindi un duplice scopo: diagnostico (conferma del sospetto clinico) e prognostico (ricrescita imminente del pelo).
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